PIM eCommerce: 8 segnali che ti serve davvero

Apr 22, 2025

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PIM ed eCommerce, un connubio che spesso rappresenta una combinazione preziosa per raggiungere gli obiettivi di business mantenendo livelli di produttività elevati. Ecco quando!

PIM eCommerce: il ruolo del Product Information Management

In questo blog abbiamo parlato a più riprese di Product Information Management, mettendo anche a confronto software PIM, PXM e DAM. In questo articolo analizzeremo i principali segnali che indicano l’esigenza di adottare un software PIM.  

#1 Dati di prodotto sparsi

275. Seppur in calo, il numero medio di software presenti negli ecosistemi digitali delle aziende (Zylo) è molto alto e spesso genera un’elevata frammentazione delle informazioni.

In ottica PIM eCommerce, ciò si traduce in un’entropia generalizzata di fogli di calcolo, e-mail e note di vario tipo. Tipico contesto in cui – per popolare catalogo prodotti, PDP e PLP – serve molto tempo, si rischiano ritardi e non si ha mai la certezza che i dati siano corretti.

#2 Schede prodotto incoerenti

Un altro segnale che occorre una soluzione digitale per gestire i dati di prodotto.

Specie in contesti multi-canale, la gestione manuale delle informazioni (tramite data-entry o import/export) può facilmente dare vita a incongruenze, derivanti dal disallineamento di contenuti che rappresentano un medesimo prodotto in differenti touchpoint.

Fenomeno di cui ben 3 clienti su 4 si accorgono e che può alimentare resi o penalizzare la CX.

#3 Aggiornare i canali porta via molto tempo

Un altro mal di pancia ricorrente risolto dal binomio PIM eCommerce è relativo all’aggiornamento di dati, descrizioni e contenuti multimediali relativi ai prodotti, specie nei contesti in cui gli articoli ruotano spesso e sono soggetti a stagionalità, come nel caso di Grünland.

Grünland PIM & DAM Digital Ecosystem

#4 Schede prodotto incomplete

Per l’87% di chi acquista online la ricchezza informativa di una scheda prodotto è cruciale per prendere decisioni d’acquisto.

Esigenza che spesso stride nei contesti in cui l’assortimento è ampio e il tempo per generare, aggiornare e pubblicare descrizioni e contenuti multimediali è limitato, spingendo le aziende a una scelta tra il lancio di cataloghi in ritardo o a PDP parzialmente popolate.

#5 Gestire le traduzioni è molto oneroso

Nei casi in cui il business si sviluppi in più mercati geografici, anche tradurre le informazioni di prodotto è una questione che può rivelarsi annosa e cruciale in ottica di PIM eCommerce.

Senza una gestione centralizzata del processo, tradurre i dati può richiedere molto tempo e avvenire tramite ore e ore di lavoro manuale su molteplici fogli di lavoro, favorendo la proliferazione di disallineamenti e richiedendo, una volta completata la traduzione, ulteriori attività di caricamento.  

#6 Scalare su nuovi marketplace è complesso

Un approccio omnicanale, per quanto essenziale per il business, richiede sforzi di adattamento operativi importanti ai team marketing ed e-commerce delle aziende. 

Ogni marketplace, ad esempio, categorizza i prodotti in modo diverso, così come sono diverse le specifiche relativi ai contenuti multimediali (come colore di sfondo, dimensioni e proporzioni di immagini e video).

In assenza di un approccio digitale strutturato di catalog management, approdare su nuovi touchpoint può diventare una sfida molto complessa.  

Campagnolo Digital MarTech Ecosystem wSeeCommerce

#7 Assenza di controllo di versioni e revisioni

Un altro valido motivo per considerare una soluzione PIM per l’eCommerce è relativo al controllo. Nelle aziende di medie dimensioni, infatti, le persone e i team che arricchiscono il bagaglio informativo di prodotto sono numerosi.

Senza un tool per centralizzare e arricchire i prodotti, tracciare chi ha fatto cosa e, se serve, accedere alla versione precedente di un contenuto è nel migliore dei casi… molto difficile.   

#8 Assenza di controllo di versioni e revisioni

A parità di contenuto testuale, le pagine web che contengono un contenuto multimediale come un video hanno una probabilità dell’80% in più di convertire.

In questi casi, senza soluzioni digitali adeguate (su tutte, i software PXM, ancor più che i PIM) l’approvazione e la condivisione dei contenuti rischiano di rallentare a causa di continui scambi destrutturati tramite tool di file sharing (WeTransfer, Dropbox, e così via).  

PIM eCommerce… o software PXM?

Hai ritrovato la tua azienda in queste righe? Ci fa piacere, perché quelle che hai letto sono alcune delle sfide che noi di WARDA abbiamo aiutato a far superare ai nostri clienti.

Come? Con SeeCommerce, il nostro software PXM che evolve il tradizionale approccio PIM, spostando il focus dalla gestione del singolo dato a quella dei cataloghi del brand.

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