
PIM eCommerce: 8 segnali che ti serve davvero

PIM ed eCommerce, un connubio che spesso rappresenta una combinazione preziosa per raggiungere gli obiettivi di business mantenendo livelli di produttività elevati. Ecco quando!
PIM eCommerce: il ruolo del Product Information Management
In questo blog abbiamo parlato a più riprese di Product Information Management, mettendo anche a confronto software PIM, PXM e DAM. In questo articolo analizzeremo i principali segnali che indicano l’esigenza di adottare un software PIM.
#1 Dati di prodotto sparsi
275. Seppur in calo, il numero medio di software presenti negli ecosistemi digitali delle aziende (Zylo) è molto alto e spesso genera un’elevata frammentazione delle informazioni.
In ottica PIM eCommerce, ciò si traduce in un’entropia generalizzata di fogli di calcolo, e-mail e note di vario tipo. Tipico contesto in cui – per popolare catalogo prodotti, PDP e PLP – serve molto tempo, si rischiano ritardi e non si ha mai la certezza che i dati siano corretti.
#2 Schede prodotto incoerenti
Un altro segnale che occorre una soluzione digitale per gestire i dati di prodotto.
Specie in contesti multi-canale, la gestione manuale delle informazioni (tramite data-entry o import/export) può facilmente dare vita a incongruenze, derivanti dal disallineamento di contenuti che rappresentano un medesimo prodotto in differenti touchpoint.
Fenomeno di cui ben 3 clienti su 4 si accorgono e che può alimentare resi o penalizzare la CX.
#3 Aggiornare i canali porta via molto tempo
Un altro mal di pancia ricorrente risolto dal binomio PIM eCommerce è relativo all’aggiornamento di dati, descrizioni e contenuti multimediali relativi ai prodotti, specie nei contesti in cui gli articoli ruotano spesso e sono soggetti a stagionalità, come nel caso di Grünland.
#4 Schede prodotto incomplete
Per l’87% di chi acquista online la ricchezza informativa di una scheda prodotto è cruciale per prendere decisioni d’acquisto.
Esigenza che spesso stride nei contesti in cui l’assortimento è ampio e il tempo per generare, aggiornare e pubblicare descrizioni e contenuti multimediali è limitato, spingendo le aziende a una scelta tra il lancio di cataloghi in ritardo o a PDP parzialmente popolate.
#5 Gestire le traduzioni è molto oneroso
Nei casi in cui il business si sviluppi in più mercati geografici, anche tradurre le informazioni di prodotto è una questione che può rivelarsi annosa e cruciale in ottica di PIM eCommerce.
Senza una gestione centralizzata del processo, tradurre i dati può richiedere molto tempo e avvenire tramite ore e ore di lavoro manuale su molteplici fogli di lavoro, favorendo la proliferazione di disallineamenti e richiedendo, una volta completata la traduzione, ulteriori attività di caricamento.
#6 Scalare su nuovi marketplace è complesso
Un approccio omnicanale, per quanto essenziale per il business, richiede sforzi di adattamento operativi importanti ai team marketing ed e-commerce delle aziende.
Ogni marketplace, ad esempio, categorizza i prodotti in modo diverso, così come sono diverse le specifiche relativi ai contenuti multimediali (come colore di sfondo, dimensioni e proporzioni di immagini e video).
In assenza di un approccio digitale strutturato di catalog management, approdare su nuovi touchpoint può diventare una sfida molto complessa.
#7 Assenza di controllo di versioni e revisioni
Un altro valido motivo per considerare una soluzione PIM per l’eCommerce è relativo al controllo. Nelle aziende di medie dimensioni, infatti, le persone e i team che arricchiscono il bagaglio informativo di prodotto sono numerosi.
Senza un tool per centralizzare e arricchire i prodotti, tracciare chi ha fatto cosa e, se serve, accedere alla versione precedente di un contenuto è nel migliore dei casi… molto difficile.
#8 Assenza di controllo di versioni e revisioni
A parità di contenuto testuale, le pagine web che contengono un contenuto multimediale come un video hanno una probabilità dell’80% in più di convertire.
In questi casi, senza soluzioni digitali adeguate (su tutte, i software PXM, ancor più che i PIM) l’approvazione e la condivisione dei contenuti rischiano di rallentare a causa di continui scambi destrutturati tramite tool di file sharing (WeTransfer, Dropbox, e così via).
PIM eCommerce… o software PXM?
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